Catone il Censore

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Statua di Catone il Censore

Vissuto in un’epoca in cui la cultura greca esercitava un grande fascino sul mondo romano, Catone Il Censore fu strenuo oppositore dell’ellenizzazione dell’Urbe, ritenendo l’ellenismo una fonte di corruzione e di decadenza per i romani, e fiero difensore dei valori tradizionali del mos maiorum.

Famoso per la sua austerità e per la morale severa e irreprensibile, il suo nome così come l’aggettivo da esso derivato “catoniano” vengono usati ancora oggi per indicare una persona dotata di un rigido senso morale.

Nato in campagna, figlio di contadini e lui stesso agricoltore prima di abbracciare il cursus honorum, Catone era dotato della tipica arguzia contadina.

E proprio l’arguzia dei suoi motti e delle sue osservazioni, assieme alla calda passione che lo animava, l’altezza morale dei suoi concetti, la drastica evidenza del suo linguaggio e la concisione, rendevano di grande effetto i suoi discorsi pronunciati in Senato o nei tribunali.

Cicerone lo definì il primo grande oratore romano, l’imperatore Adriano dichiarò di preferire Catone anche allo stesso Cicerone.

Le frasi argute di Catone divennero celebri e sotto il suo nome circolò per secoli una ricca raccolta di sentenze, molte delle quali ancora valide e attuali.
Ai suoi amici ad esempio si dice consigliasse:

  • Non perdete tempo a discutere con gli sciocchi e i chiacchieroni: la parola ce l’hanno tutti, il buon senso solo pochi.

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