Enrico Fermi e la bomba atomica

Enrico Fermi

Enrico Fermi è stato uno dei più importanti fisici della storia scientifica mondiale.

Nato a Roma nel settembre del 1901, dopo aver svolto gli studi accademici e la prima parte della sua ricerca in Italia, dovette trasferirsi negli Stati Uniti per fuggire alle leggi razziali imposte dal regime fascista che avrebbero perseguitato la moglie ebrea, Laura Capon.

Negli Stati Uniti Fermi partecipò come guida e come ideatore alla realizzazione del primo reattore nucleare a fissione in grado di produrre per la prima volta una reaziona nucleare a catena controllata. La sua storia di fisico esperto in materia nucleare lo portò anche a diventare uno dei tecnici di vertice del Progetto Manhattan che arrivò alla realizzazione della bomba atomica.

Nel 1938 a Enrico Fermi fu assegnato il Premio Nobel per la Fisica, omaggio di assoluto rilievo per aver scoperto delle reazioni nucleari mediante neutroni lenti e aver identificato nuovi elementi della radioattività.

Nel 1934 la ricercatrice francese Irene Curie e suo marito Frederic Joliot scoprirono la radioattività artificiale e Fermi decise di studiarne alcuni aspetti bombardando sistematicamente tutti i nuclei della tavola periodica con neutroni anzichè con particelle alfa. Quando arrivò all’alluminio e al fluoro cominciò a registrare i primi conteggi: praticamente il nucleo bombardato assorbiva il neutrone (carica neutra) e rimbalzava una particella α (carica positiva) determinando un elemento radioattivo nuovo con numero atomico inferiore di due unità rispetto alla particella α.

Successivamente le attività di bombardamento proseguirono e giunti al torio e all’uranio Fermi e i suoi colleghi ipotizzarono che i nuovi radionuclidi ottenuti dall’operazione fossero dei nuovi elementi: ben presto la chimica tedesca Ida Noddack definì che questo esperimento aveva portato alla fissione dell’uranio e non alla scoperta di due nuovi elementi. Praticamente Fermi era riuscito a spezzare l’atomo di uranio bombardandolo di neutroni. Questa “rottura”, detta in gergo fisico-scientifico “fissione” era capace di liberare un’enorme quantità di energia.

Il 20 ottobre del 1934 Enrico Fermi fece casualmente la scoperta scientifica più importante della sua carriera che gli valse il Premio Nobel per la Fisica assegnatogli quattro anni dopo.

Il 10 novembre del 1938, lo scienziato e professore Enrico Fermi fu informato ufficialmente che gli sarebbe stato conferito il premio Nobel. Fu così che egli decise, una volta ritirato il premio a Stoccolma, di partire direttamente per gli Stati Uniti, dove l’università Columbia di New York lo aveva invitato per svolgere delle lezioni.

Ricevuto il premio Enrico Fermi si trasferì in Danimarca da cui, il 24 dicembre di quell’anno, si imbarcò insieme alla moglie sul transatlantico Franconia con destinazione New York. Nella città , battezzata la “Grande Mela” venti anni prima, entrò subito a lavoro presso la Columbia University dove il 25 gennaio del 1939 realizzò il primo esperimento di fissione nucleare in territorio americano. Successivamente si trasferì a Chicago dove arriverà a realizzare nel 1942 la prima pila nucleare.

Negli Stati Uniti Enrico Fermi divenne dunque lo scienziato più importante per la ricerca che portò gli Stati Uniti alla costruzione e all’uso delle bombe atomiche che, il 6 e il 9 agosto 1945, vennero sganciate nelle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.

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