
Dove e quando sono state introdotte per la prima volta le ferie pagate?
Un tempo, quando il lavoro si svolgeva in massima parte nei campi ed era il ritmo delle stagioni a dettare pause e giorni di riposo per tutti, le ferie retribuite probabilmente non erano considerate una priorità.
Ma in seguito alla rivoluzione industriale e alla diffusione del lavoro in fabbrica divennero tantissimi i lavoratori che avevano come uniche giornate di riposo le domeniche e le poche festività religiose in calendario.
Il primo Paese a riconoscere dei giorni di ferie retribuiti ai lavoratori fu il Regno Unito. Nel 1871, il Bank Holiday Act introdusse alcune giornate – 4 in Inghilterra e Galles, 3 in Scozia – di vacanze pubbliche, ma non per tutti.
Il primo Stato a ideare un sistema di ferie retribuite valido per tutti i lavoratori fu invece la Francia, con una legge scritta nel 1925 e promulgata undici anni dopo, nel 1936.
In Italia il tema venne trattato per la prima volta nel 1927 sotto il regime fascista con la Carta del Lavoro. È solo con la Costituzione del 1948, però, che vengono ufficialmente introdotte le ferie retribuite per come le intendiamo oggi.
Gli organismi internazionali – come l’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) e l’Unione Europea – hanno avuto un ruolo importante nella diffusione globale delle ferie retribuite, indicando delle linee guida progressivamente accettate e a volte superate dalle singole nazioni.
A volte diamo per scontato un diritto, solo perché siamo nati quand’era già acquisito da tempo. E ci dimentichiamo di chi ha lottato per ottenerlo. E soprattutto che non tenendo la guardia alta, si può rischiare di perderlo.
In Italia abbiamo tante cose che vengono additate come fatte sotto il fascismo ma non lo sono davvero. Come pensioni, 13esima (in parte è vero) e ferie pagate. Per fortuna con il sudore di qualcuno adesso abbiamo tanti diritti