Granchio Blu invade anche le coste e i fiumi della Sicilia

Negli ultimi anni, l’Italia ha affrontato un problema ambientale crescente a causa dell’invasione dei granchi blu, una specie non indigena originaria dell’America settentrionale. Questi grandi crostacei, noti per il loro colore blu brillante e il comportamento aggressivo, stanno avendo un impatto negativo sugli ecosistemi marini locali. Sebbene non siano pericolosi per gli esseri umani, rappresentano una minaccia per la fauna nativa e la biodiversità. La loro presenza influisce sulla catena alimentare e può danneggiare l’industria della pesca e il turismo costiero. Affrontare questa emergenza richiede strategie di controllo, monitoraggio costante e sensibilizzazione pubblica per preservare gli ecosistemi marini italiani e le attività umane collegate al mare.

Originari delle coste dell’America settentrionale fino al Golfo del Messico, i granchi blu sono stati segnalati in Italia per la prima volta negli anni ’50. Tuttavia, solo recentemente la loro popolazione è cresciuta in modo significativo. Si ritiene che siano stati introdotti tramite le acque di zavorra delle navi mercantili, che hanno offerto ai granchi un passaggio per raggiungere le acque marine italiane.

Il granchio blu, riconoscibile per il suo caratteristico colore blu nelle chele, misura circa 20 centimetri. Tuttavia, rappresenta un serio problema per diverse ragioni. Questo crostaceo è onnivoro e consuma una vasta gamma di cibo, tra cui molluschi, piccoli pesci, meduse e altri granchi. Ciò genera preoccupazione poiché non solo il granchio blu si nutre di molte specie, ma anche perché a sua volta ha pochi predatori naturali nell’ambiente in cui è stato introdotto.

La sua natura di specie aliena invasiva comporta che, essendo stato portato in un nuovo ambiente privo di predatori efficaci, il granchio blu può moltiplicarsi senza controllo. Questo può causare uno squilibrio negativo nell’ecosistema locale, minacciando la biodiversità nativa.

Oltre all’impatto sull’ambiente, il granchio blu danneggia anche le economie locali. Poiché consuma pesci e molluschi che sono importanti per pescatori e allevatori, riduce le risorse disponibili per queste attività. Inoltre, le sue poderose chele possono danneggiare le attrezzature da pesca, creando ulteriori problemi economici.

L’invasione dei granchi blu ha raggiunto anche le acque delle coste e dei fiumi siciliani, comportando una sfida per il granchio autoctono che da sempre ha occupato questi habitat. Purtroppo, il granchio nativo sta cedendo rapidamente di fronte alla crescente presenza del granchio blu, un concorrente molto aggressivo. Questo nuovo arrivato sta prendendo il sopravvento nelle nicchie ecologiche dei fiumi e dei torrenti di gran parte della regione, mettendo a rischio la sopravvivenza del granchio originario.

La maggior parte delle catture del granchio blu è stata documentata nelle acque dolci dell’agrigentino, in particolare nel fiume Platani. Tuttavia, la presenza di questa specie invasiva è rilevante anche presso altri corsi d’acqua come i fiumi San Leonardo, Simeto, Ciane e Irminio. Al momento, non sono ancora stati colonizzati i fiumi Pollina, Ganzirri, Alcantara e lato. Dall’area del Golfo di Castellammare, dove scorre il fiume San Bartolomeo, si osserva un’invadenza massiccia di questa specie. Lo stesso vale per il fiume Belice, che ne è diventato un habitat abbondante.

Il granchio blu infatti, trova il suo habitat ideale nelle zone costiere vicine alle foce dei fiumi, dove l’acqua dolce si mescola con l’acqua salata del mare. Questi luoghi presentano una salinità intermedia, situata a metà strada tra quella dei fiumi e quella del mare. Questa specie di granchio dimostra una notevole adattabilità ed è in grado di sopravvivere in una vasta gamma di condizioni ambientali. Può prosperare in acque con salinità comprese tra ke 2 e le 35 parti per mille, il che rappresenta un intervallo estremamente ampio. Inoltre, questi granchi sono in grado di resistere a temperature molto variabili, che vanno da 3 a 35 gradi.

In questo periodo, sta prendendo forma una strategia per ridurre la presenza dei granchi blu nelle acque marine italiane. Questo passo è cruciale per gestire la loro proliferazione, poiché si sta considerando l’opzione della pesca di questi granchi a scopo alimentare. In effetti, in molte parti del mondo, inclusi gli Stati Uniti, i granchi blu sono consumati da molto tempo e sono considerati prelibatezze. Questa potrebbe rivelarsi una soluzione valida per contenere il problema in Italia e contemporaneamente offrire ai pescatori un’opportunità alternativa di guadagno.

Se notate la presenza di un granchio blu, specialmente in una zona in cui non è stato segnalato in precedenza, è importante segnalarlo alle autorità competenti. La Capitaneria di Porto e l’ISPRA(Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) possono inviare esperti sul posto per condurre valutazioni adeguate.

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