
La storia è piena di guerre che avrebbero dovuto essere “lampo” e invece sono durate molto più a lungo del previsto. L’idea dell’operazione bellica breve, tutta vantaggi e niente problemi, è tanto affascinante quanto illusoria a causa delle tante variabili in gioco necessarie al suo successo che neppure il più grande stratega militare sarebbe in grado di prevedere. Ne sanno qualcosa Napoleone o Hitler, giusto per fare due nomi celebri.
Eppure tra tante guerre iniziate con l’illusione di una velocissima soluzione militare, un conflitto lampo nel corso della storia recente c’è stato veramente: la guerra anglo-zanzibariana del 27 agosto 1896.
Oggi Zanzibar è il luogo ideale per una vacanza tranquilla, mare cristallino, spiagge di sabbia fine e bianchissima.
All’epoca è, formalmente, un sultanato autonomo, in realtà un protettorato della corona inglese che pretende che ogni nuovo sultano debba ottenere la sua preventiva approvazione.
Famosa per le sue spezie, che attirano navi perfino dagli Stati Uniti, e per il suo floridissimo mercato di schiavi, Zanzibar è in posizione strategica, al largo nell’Oceano Indiano proprio di fronte alla repubblica di Tanzania, cui oggi appartiene, ai tempi punto di partenza ideale per spedizioni nel vasto e misterioso continente africano.
Per questo è contesa tra inglesi e tedeschi che in quegli anni si stanno insediando in Tanzania e Uganda.
Il 25 agosto 1896, il sultano filo-britannico Hamad bin Thuwayni muore improvvisamente, molto probabilmente avvelenato dal cugino e pretendente al trono Khalid bin Barghash, che si autonomina nuovo sovrano dello Stato insulare il giorno stesso. Intenzione di Khalid bin Barghash è governare il sultanato non come marionetta del Regno Unito, come i suoi predecessori, bensì come sovrano indipendente, con l’appoggio della Germania. Tuttavia il Regno Unito si rifiuta di riconoscerlo: per gli inglesi il successore legittimo è Hamud bin Mohammed, loro favorito.
I britannici intimano a Khalid bin Barghash
di abdicare immediatamente con un perentorio ultimatum che scade alle ore 9.00 del 27 agosto. Anche se il sultano conta su un esercito minuscolo e scalcagnato, una flotta costituita da un vecchio panfilo riciclato come nave da guerra, l’H.H.S. Glasgow, e un’artiglieria da operetta, quello che sta per accadere va al di là delle più rosee aspettative degli inglesi.
Alle 9.02 ossia due minuti dopo la scadenza dell’ultimatum respinto da Khalid bin Barghash, il contingente della Royal Navy che staziona davanti all’isola inizia il bombardamento del palazzo reale mentre una forza di marines sbarca sull’isola.
Alle 9.40 il Glasgow è affondato, il palazzo del sultano devastato, la bandiera reale ammainata, Khalid in fuga dalla porta di servizio, la sua guardia decimata: 500 morti, a fronte di un unico ufficiale britannico leggermente ferito.
Trentotto minuti, tanti sono bastati agli inglesi per risolvere la faccenda. Il tempo di un primato, quello della guerra più breve della storia.
Il pomeriggio dello stesso giorno, gli inglesi installano sul trono dell’isola il filo-britannico Hamud bin Mohammed. Zanzibar rimane sotto il controllo britannico fino al 1963, anno in cui, sotto la spinta del generale processo di decolonizzazione dell’Africa, il Regno Unito concede l’indipendenza al sultanato.
Khalid bin Barghash ottiene asilo politico nell’Africa Orientale Tedesca, e vive per alcuni anni a Dar es Salaam tra lussi e privilegi abitualmente riservati a reali in esilio. Quando durante la Prima guerra mondiale l’Africa Orientale Tedesca viene conquistata dal Regno Unito, Khalid bin Barghash viene catturato dagli inglesi. Finisce per lui l’esilio dorato ed inizia quello della prigionia. Viene trasferito prima alle Seychelles e poi sull’isola di Sant’Elena. A questo punto il sultano ribelle potrebbe aspirare, come consolazione, alla soddisfazione di spegnersi nell’isoletta dell’Atlantico celebre per essere stata luogo dell’ultimo esilio di Napoleone, ma gli inglesi non gli concedono nemmeno questo. Infatti lo trasferiscono ancora, stavolta a Mombasa, in Kenya, dove muore nel 1927.
Il suo Regno è durato solo due giorni, giusto il tempo di provocare il più breve conflitto che la storia ricordi, forse troppo pomposamente ricordato come “guerra anglo-zanzibariana” .
Gli inglesi lo considerano un sultano usurpatore, gli africani un principe coraggioso che ha combattuto il colonialismo per i suoi diritti e quelli del suo popolo.
Articolo molto interessante sul colonialismo e la prevaricazione Britannica al tempo del colonialismo. Buon pomeriggio.
🙏😁, buon pomeriggio anche a te 😊
Grazie, Simone! 🙂
🙏😁
Una bella e piacevole lettura, l’ho apprezzata molto perché approfondisce un capitolo di storia moderna non così conosciuto o meglio che non viene fatto conoscere perché smaschera le reali intenzioni dei vincitori: sottomettere i popoli più deboli. Grazie per la ricerca storica
🙏😁