Il 22 aprile 1724 nasce a Königsberg, allora capitale della Prussia Orientale e oggi, con il nome di Kaliningrad, capoluogo dell’omonima Oblast, exclave russa tra Polonia e Lituania, il filosofo Immanuel Kant, uno dei pilastri dell’Illuminismo tedesco.
Quest’uomo alto un metro e un tappo tanto che la mamma lo soprannominò manelchen (“ometto”), è uno dei più importanti filosofi di sempre ed è sicuramente uno dei pensatori più famosi e aneddotici della storia della filosofia.
Tra gli aspetti più curiosi del suo carattere, la pedante abitudinarietà.
La sveglia tutte le mattine alle 5 in punto, la buonanotte invariabilmente alle 22 spaccate, durante la giornata ogni evento scandito con meticolosa metodicità, dal pranzo alla passeggiata quotidiana.
Pare infatti che “gli abitanti di Königsberg regolassero gli orologi sul passaggio del professor Kant, all’andata o al ritorno della passeggiata quotidiana. La strada era sempre la stessa (più tardi divenne nota come Philosophengang, o “Passeggiata del filosofo”).”
Forse non tutti sanno che il filosofo tedesco ebbe una sorta di maestro in questo aspetto del suo carattere, un tale Joseph Green.
Green è il più importante commerciante della colonia inglese di Königsberg, uomo intelligente e colto, con molteplici interessi culturali, letterari e scientifici. Ed è il migliore amico di Kant.
Il filosofo tedesco non pubblica nemmeno una riga della ‘Critica della ragion pura’, la sua opera più nota, senza averla prima fatta ascoltare e giudicare da Green.
È questi uomo abitudinario e dalla puntualità puntigliosa fino alla caricatura.
Si narra che una sera il filosofo tedesco abbia promesso a Green di accompagnarlo la mattina seguente alle otto in punto a una passeggiata. “Green che in simili occasioni passeggiava per la camera ai tre quarti con l’orologio in mano, al cinquantesimo minuto si metteva il cappello, al cinquantacinquesimo prendeva il bastone e al primo rintocco dell’ora apriva lo sportello della carrozza, partì senz’altro e per via vide Kant che con circa due minuti di ritardo gli veniva incontro”.
Voi ora penserete: Green si fermò per dare un passaggio in carrozza all’amico. “Ma Green non si fermò, perché avrebbe agito contro l’intesa e contro la regola”, e proseguì verso il luogo dell’appuntamento dove arrivò puntualissimo, raggiunto due minuti dopo da Kant.
Due minuti di ritardo, un niente ma tanto bastò che quel ritardo fatto da un filosofo leggendariamente puntualissimo facesse storia.
conoscevo l’abitudinarietà di Kant, ma non sapevo mica nulla del suo amico Green e di questo buffo aneddoto. Merci beaucoup 😊
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