Migrazioni, una storia infinita

Le migrazioni più antiche

Le migrazioni sono iniziate con i nostri lontani antenati: l’Homo erectus raggiunse il Sudest Asiatico circa due milioni di anni fa, ma in seguito fuori del continente africano si è estinto.
L’uomo moderno, l’Homo sapiens, secondo le teorie più accreditate si è evoluto nella Rift Valley dell’Africa orientale circa 200mila anni fa e, a partire da centomila anni fa, poco alla volta ha sostituito ogni altro ominide diffondendosi in tutto il mondo.

Secondo le ricostruzioni più recenti, tra 120mila e 100mila anni fa i nostri antenati iniziarono a spostarsi nel vicino Oriente, ma la diffusione è iniziata più di recente. L’ipotesi più accreditata ritiene che circa 80mila anni fa una seconda ondata, passata attraverso lo stretto di Bab el-Mandeb che collega il Mar Rosso al Golfo di Aden, abbia dato il via all’espansione andando a popolare l’Asia lungo le coste meridionali.

L’Australia è stata raggiunta circa 55-50mila anni fa, prima dell’Europa, occupata diecimila anni dopo, forse per il rigido clima che la contraddistingueva a quell’epoca.
Il passaggio dalle coste asiatiche al continente australiano è stato facilitato durante l’ultima glaciazione dall’abbassamento del livello del mare che ha fatto emergere parte della piattaforma continentale unendo l’Australia alla Nuova Guinea nel continente detto Sahul.

L’espansione è poi continuata con il raggiungimento dell’Asia nord-orientale e con il passaggio, oltre 15mila anni fa, all’America settentrionale attraverso la Beringia.

Le migrazioni che hanno portato alla caduta
dell’Impero romano d’Occidente

In seguito i vari gruppi etnici hanno continuato a spostarsi. L’Italia, ad esempio, è stata interessata dall’arrivo dei greci sulle coste meridionali (Magna Grecia).

Particolarmente rilevanti per il nostro Paese sono stati gli spostamenti avvenuti tra il IV e il V secolo. Numerosi popoli sono penetrati nelle terre dell’Impero Romano provenienti dalle regioni settentrionali e dalle vaste distese dell’Asia centrale: Goti, Vandali, Alani, Svevi, Burgundi, Longobardi, Unni… Tribù nomadi che si spostavano con donne, bambini e anziani insediandosi nei nuovi territori. Popoli che hanno cercato sia di entrare a far parte dell’impero sia di combatterlo, fino alla sua caduta.

Una storia che si ripete

Le migrazioni non si sono mai arrestate: nel XVI secolo l’America è diventata la principale meta dei migranti europei sia di gente in cerca di fortuna sia di perseguitati, ma anche luogo di deportazione degli schiavi neri. E oggi i nativi americani sono la minoranza della popolazione del continente.
Fenomeno che contraddistingue anche l’Australia, ultimo continente scoperto dagli europei dove gli aborigeni, discendenti dei popoli giunti qui oltre 50mila anni fa, attualmente costituiscono soltanto il 2,5% della popolazione

6 commenti

  1. Grazie di questo interessante post, il problema è che non siamo ancora capaci di gestire in modo “civile” le migrazioni e creare un modus vivendi che possa sostenere tutti. Nonostante le migliaia di anni trascorsi!

Rispondi