Un film incentrato su una casa di tolleranza… Salon Kitty

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Locandina del film Salon Kitty

Può un film ispirarsi ad una casa di tolleranza? La riposta è si…

Salon Kitty” film del 1976 diretto da Tinto Brass,un film adattato dal romanzo omonimo di Peter Norden centrato sul Salone Kitty, una casa di tolleranza di Berlino nella Germania post dopo guerra esistita veramente.

La proprietà apparteneva a Katharina “Kitty” Schmidt , una signora tedesca immigrata nel Regno Unito all’eta’ di 18 anni in qualita’ di governante poi rientrata a Berlino alla fine della della prima guerra mondiale . Rientrata in Germania causa la morte del marito un diplomatico spagnolo per mantenere se stessa e la figlia decise di aprire un attivita’ redditizia, il primo bordello di Berlino.

Katharina Zammit Schmidt era nata a Berlino nel 1882. Nel 1922,grazie ad alcune amicizie riuscì ad aprire la sua prima pensione (in realtà una casa per appuntamenti) nella Budapesterstrasse.
Gli affari andavano bene, la clientela era buona, e Katharina decise di trasferirsi nella più prestigiosa Kurfuerstendamm dove qui però, in pieno centro, mancava la necessaria discrezione, e nel 1933 si spostò in una via laterale, al numero 11 della Giesebrechtstrasse, dove venne inaugurata la “Pension Schmidt”.
Katharina, detta Kitty, da persona previdente dal 1934 aveva cominciato a trasferire i suoi ricavi in un conto aperto a Londra, in attesa di fuggire dalla Germania, ma a sua insaputa veniva costantemente controllata dal SD, ovvero il servizio di sicurezza delle SS, che la teneva d’occhio per via degli scambi di telegrammi con un suo vecchio cliente ebreo.

L’attività continua per un altro motivo

Nel giugno 1939 mentre era in viaggio verso l’Olanda venne bloccata dai nazisti ed arrestata. Riportata a Berlino, venne ricevuta personalmente da Walter Schellenberg, Ufficiale delle SS che seguiva il SD, che le fece una proposta alla quale non era possibile dire no: COLLABORARE O FINIRE IN UN CAMPO DI CONCENTRAMENTO. Già da tempo Reinhard Heydrich, Obergruppenfuehrer delle SS, pensava di sfruttare la prostituzione per spiare ospiti stranieri e anche personalità tedesche, per controllare la loro fedeltà al nazismo.

Insieme a Schellenberg posero le basi di quello che sarebbe diventato il famoso “Salon Kitty”, una bellissima casa di appuntamenti ma anche centro di ascolto per le SS.
Ovviamente Kitty accettò di collaborare. La sua pensione venne completamente ristrutturata e arredata lussuosamente. Vennero inseriti microfoni in ogni stanza e in cantina venne creato un ufficio di ascolto, gestito dalle SS per la registrazione di ogni incontro. Vennero selezionate 20 ragazze fra prostitute d’alto bordo, ninfomani, donne anche altolocate di buona famiglia fedelissime e pronte a prestare la loro opera al Terzo Reich .

Le ragazze vennero istruite per evitare gravidanze e malattie veneree e furono addestrate a riconoscere le uniformi e i gradi dei militari.

Kitty poteva cosi’ continuare la sua attività con le normali ragazze, ma a chi si fosse presentato con la parola d’ordine “Vengo da Rothenburg” doveva mostrare il catalogo delle 20 ragazze piu’ speciali. Queste dovevano intrattenere gli ospiti, funzionari di partito o diplomatici stranieri, cercando di farli parlare per carpire le loro idee sul regime o segnalare eventuali deviazioni o perversioni sessuali che avrebbero consentito, all’occorrenza, di ricattarli. Dopo ogni incontro le ragazze dovevano fare rapporto, anche se era tutto comunque registrato come prova e per un doppio controllo su ospiti e collaboratrici.

Fra i frequentatori assidui c’erano Galeazzo Ciano, che si espresse in termini molto poco lusinghieri su Hitler; Reinhard Heydrich (per lui i microfoni venivano spenti), Joachim von Ribbentrop (ministro degli esteri) , Joseph Goebbels (ministro della propaganda)ed infine Sepp Dietrich (generale delle SS).

Nel luglio 1942 il palazzo fu distrutto durante un bombardamento degli inglesi. Solo il piano terra aveva resistito e Kitty si organizzò lì ma il controllo del SD finì, quindi Kitty ritornò alla sua abituale attività dietro giuramento di non fare mai parola con nessuno di quanto accaduto. La donna morì nel 1954. Il palazzo fu poi nel tempo , completamente restaurato, oggi ospita uffici ed abitazioni private.

Nel corso degli anni di attività ci furono circa 25000 registrazioni che non sono mai state ritrovate.

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